
Berti Vinicio
- Pittore, Illustratore e fumettista.
- Uno dei primi pittori italiani ad aderire all'Astrattismo.
- Esposizioni presso importanti istituzioni pubbliche:
Palazzo Strozzi, Rassegna Nazionale d'Arte Roma, The Parker Exhibition of the Contemporary Italian Painting (New York, 1959), Palazzo della Permanente (Milano, 2003), Galleria Civica di Bratislava (Bratislava, 2020)
Palazzo Pretorio di Certaldo (2021), Galleria di Arte Moderna (Roma 2021)
Vinicio Berti è uno dei primi pittori italiani ad aderire all'astrattismo, oltre che a esserne al tempo stesso teorico. Impegnato anche come illustratore e autore di fumetti di grande diffusione europea, Berti proviene da studi tecnico-industriali e artistici. Da giovane compie varie esperienze pittoriche formative approdando a una rappresentazione dal forte segno espressionista, su soggetti d'istanza realista. Sulla scia della pittura del giovane Van Gogh e dell'Espressionismo tedesco.
Al 1942 il suo esordio con opere appunto di carattere realista-espressionista, mediante le quali avvia la sua partecipazione al movimento di rinnovamento dell'arte contemporanea italiana. Le sue prime opere importanti, in questo stile, sono realizzate proprio nel '42 a Banne, nei pressi di Trieste, località dove Berti presta servizio militare. Si tratta di un periodo artistico che inizia nell’agosto di quell’anno fino al luglio dell’anno successivo e che vede anche la sua partecipazione a una mostra per artisti in armi, organizzata a Trieste nel ridotto del Teatro Verdi, dove la critica definì la sua pittura, per la crudezza espressa nei disegni esposti, “Realismo di guerra”.
Nel 1945 fonda con altri giovani artisti e intellettuali comunisti - Brunetti, Farulli, Nativi e il poeta Caverni - la rivista Torrente. Si tratta di un'esperienza esaurita dopo pochi numeri ma dalla quale si formano nuove intese e prospettive che, nel ’46, insieme ad un allargato gruppo di artisti, lo vedono al timone della nascita del movimento "Arte d’Oggi" che fonderà anche una propria rivista omonima. In particolare con Nativi, Bozzolini, Monnini, Brunetti e Lardera forma, proprio all’interno di Arte d’Oggi, una sorta di ala oltranzista comunista sempre più sostenitrice delle istanze dell'astratto. Un passo che Berti compie nel 1947, dopo studi sulla pittura cubo-futurista e sul dinamismo boccioniano, applicato alla scomposizione picassiana, con la realizzazione di Composizione verticale e Simbolo, fra le prime opere non figurative nel panorama della nuova generazione artistica italiana post-bellica. Con Brunetti, Monnini e Nativi vengono reinterpretate le varie dialettiche figurative, di pari passo alla promozione di un’attività espositiva che porta l’astrattismo fiorentino – al quale si é poi convertito anche Nuti – al dialogo con le neo-avanguardie nazionali e alla formazione del gruppo Astrattismo classico. Da qui l'artista inizia a costituire una solida rete di rapporti, amicizie e sodalizi artistici che vanno da Mario De Micheli, Gillo Dorfles e gli artisti del MAC, Perilli e Dorazio di Forma 1 a Vedova, di cui Berti é amico e confidente, e Soldati.
Nel 1950, dopo una collettiva alla Galleria Vigna Nuova, viene pubblicato il Manifesto dell’Astrattismo Classico che anticipa lo scioglimento del gruppo stesso. In questo periodo Berti decide di proseguire la sua ricerca verso un astrattismo di tipo costruttivo, guardando alle teorie di Malevič e al Costruttivismo sovietico.
Nel 1951 espone alla Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma. Nel 1955 é presente alla mostra di Prato, curata da Ragghianti, altro critico sodale di Berti, intitolata Sessanta maestri del prossimo trentennio e nel ’57 alla Strozzina di Firenze con un’antologica di opere dal ‘40 al '47.
Nel 1959 espone alla VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, e nel ’63 vince Il Fiorino di Firenze, uno dei premi agli artisti più prestigiosi in Italia. Fra i punti di riferimento di Berti troviamo Fiamma Vigo della Galleria Numero, con la quale instaura un vero e proprio sodalizio intellettuale. Così come, in maniera più formale, con Palma Bucarelli tramite la quale entra, con una sua opera nella collezione delle neo-avanguardie del secondo Novecento della Galleria Nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma.
(estratto dal sito ufficiale dell'artista: https://www.archiviovinicioberti.it/)