de Chirico Giorgio
(Volo (Grecia) 1888 - Roma 1978)
- Artista storicizzato
- Presente nelle collezioni dei più importanti musei del mondo
- Tra i più grandi maestri del ‘900 italiano
- Ha partecipato alle maggiori Biennali e Quadriennali
- Record price in asta ($ 15.9m Sotheby’s)
Giuseppe Maria Alberto Giorgio de Chirico nasce a Volo, Grecia, il 10 luglio 1888, da genitori italiani. Il padre, Evaristo, di nobile famiglia di origini siciliane, è un ingegnere impegnato nella costruzione della ferrovia della Tessaglia. La madre, Gemma Cervetto, è di famiglia di origini genovesi. Nel settembre del 1906, ad un anno dalla scomparsa del padre, la madre decide di lasciare la Grecia con i due figli. Dopo brevi soste a Venezia e a Milano la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera dove Giorgio frequenta l’Accademia di Belle Arti. De Chirico si dedica allo studio di Arnold Böcklin e Max Klinger, legge con grande interesse Nietzsche, Schopenhauer e Weininger. Ritorna a Milano, raggiungendo la madre e il fratello nel giugno del 1909. In questo periodo dipinge quadri di influenza böckliniana.
Nel marzo 1910, la famiglia si trasferisce a Firenze dove vivono una zia e uno zio paterni. De Chirico scriverà più tardi nelle sue Memorie: «a Firenze la mia salute peggiorò; dipingevo qualche volta quadri di piccole dimensioni; il periodo böckliniano era passato ed avevo cominciato a dipingere soggetti ove cercavo di esprimere quel forte e misterioso sentimento che avevo scoperto nei libri di Nietzsche: la malinconia delle belle giornate d’autunno, di pomeriggio, nelle città italiane». Nascono così i suoi primi quadri metafisici: L’énigme de l’oracle, L’énigme d‘un après-midi d’automne, L’énigme de l’heure e il famoso autoritratto Portrait de l’artiste par lui-même con la lapidaria epigrafe nietzschiana “Et quid amabo nisi quod aenigma est?” (“E cosa amerò se non ciò che è enigma?”). Il 14 luglio 1911 arriva a Parigi dove svilupperà il tema della Piazza d’Italia. Partecipa per la prima volta a una mostra, al Salon d’Automne del 1912. Nel marzo 1913 espone al Salon des Indépendants. È notato da Picasso e da Apollinaire che, entusiasta delle sue opere recensisce ne L’Intransigeant la mostra che l’artista realizza nel suo studio ad ottobre. Il poeta lo definisce: «il pittore più sorprendente della giovane generazione». Conosce Paul Guillaume, suo primo mercante. In quell’ambito, incontra Ardengo Soffici, Constantin Brancusi, Max Jacob e André Derain. Inizia il ciclo iconografico dei Manichini.
Nel maggio del 1915 de Chirico e suo fratello minore Andrea, che aveva preso il nome di Alberto Savinio nel 1914, rientrano in Italia. Comincia a dipingere i primi Interni metafisici. Nello stesso periodo realizza le opere Il grande metafisico, Ettore e Andromaca, Il trovatore e Le muse inquietanti. Nel 1916 conosce Filippo de Pisis, appena ventenne. Entra in contatto con l’ambiente Dada di Tristan Tzara e della rivista Dada 2.
Si trasferisce a Roma il 1 gennaio 1919. A febbraio, ha luogo a Roma la sua prima mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia. In quell’occasione pubblica lo scritto Noi metafisici su Cronache d’attualità. In quel periodo de Chirico riscopre l’arte dei grandi artisti nei musei e studia la tecnica della tempera e della pittura su tavola. Nel 1921 si tiene una mostra personale alla Galleria Arte di Milano. Lo stesso anno entra in rapporto epistolare con André Breton. Scrive su varie riviste ove pubblica saggi su Raffaello, Böcklin, Klinger, Previati, Renoir, Gauguin e Giorgio Morandi. Nel 1922 viene inaugurata un’importante personale alla Galerie Paul Guillaume di Parigi in cui sono esposte cinquantacinque opere. André Breton ne firma la presentazione. Nel 1923, in occasione della II Biennale romana, Paul e Gala Éluard si recano a Roma e acquistano diverse sue opere. Partecipa alla XIV Biennale di Venezia. Nel 1924, a Roma, conosce la ballerina russa e futura archeologa Raissa Gourevitch Krol che diventerà sua moglie. Verso la fine dell’anno è a Parigi dove, al Théâtre des Champs Elysées, realizza scene e costumi per La Giara di Pirandello messa in scena dai Balletti Svedesi con musiche di Alfredo Casella. Collabora al primo numero de La Révolution Surréaliste ed è immortalato da Man Ray nella celebre foto di gruppo. Si stabilisce nella capitale francese nel 1925.
Inizia in questi anni la ricerca sulla Metafisica della luce e del mito mediterraneo, dando origine a temi come gli Archeologi, i Cavalli in riva al mare, i Trofei, i Paesaggi nella stanza, i Mobili nella valle e i Gladiatori. Fa la conoscenza del mecenate Albert C. Barnes che diventa un suo grande collezionista e sostenitore. Prepara le scene e i costumi per il balletto Le Bal, prodotto dai Balletti Russi di Serge Diaghilev (Montecarlo, Parigi e Londra). Espone in Italia e all’estero a Parigi, Berlino, Amburgo, Amsterdam, Bruxelles, Londra e New York.
In questi anni dipinge vite silenti, ritratti e nudi femminili di un naturalismo luminoso. Nell’autunno del 1930 conosce Isabella Pakszwer (poi Isabella Far) che diventerà la sua seconda moglie e gli resterà vicina fino alla morte. Espone alla XVIII Biennale di Venezia nella sala dedicata agli artisti italiani di Parigi. De Chirico e Isabella si trasferiscono per un anno a Firenze. Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano per la quale esegue il monumentale affresco La cultura italiana. Continua l’attività per il teatro: esegue scene e costumi per I Puritani di Bellini, per il Maggio Musicale Fiorentino (1933), le scenografie per La figlia di Jorio di D’Annunzio, con regia di Pirandello al Teatro Argentina di Roma. Partecipa alla II Quadriennale di Roma nel febbraio del 1935 con quarantacinque opere, tra cui sette dipinti sul nuovo tema dei Bagni misteriosi.
Nell’agosto del 1936 parte per New York. Espone alla Julien Levy Gallery le sue opere recenti, molte delle quali acquistate dal collezionista Albert C. Barnes per il suo museo e da vari collezionisti. Collabora alle riviste Vogue e Harper’s Bazaar ed esegue per la sartoria Scheiner di New York un pannello murale intitolato Petronio e l’Adone moderno in frac. Decora una parete dell’istituto di bellezza Helena Rubinstein; realizza, in un’iniziativa che coinvolge anche Picasso e Matisse, una sala da pranzo alla Decorators Picture Gallery.
Espone alla III Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma. A Firenze, durante gli anni della guerra, è ospitato dall’amico antiquario Luigi Bellini, insieme a Isabella. Nel 1944 si stabilisce definitivamente a Roma. Nel 1945 pubblica i testi autobiografici: Memorie della mia vita e 1918-1925 – Ricordi di Roma. Intensifica la sua ricerca sui maestri antichi, eseguendo d’après da Tiziano, Rubens, Delacroix, Watteau, Fragonard e Courbet.
Nel corso del 1947 trasferisce lo studio e, l’anno successivo, anche l’abitazione, in Piazza di Spagna 31, a Roma, dove risiederà per il resto della sua vita. Illustra I Promessi Sposi nel 1965 e l’Iliade tradotta da Quasimodo nel 1968. Verso la fine degli anni Sessanta inizia la tiratura di alcune sculture in bronzo.
In seguito a un periodo che lo trova impegnato con alcuni contratti di committenza, l’ottantenne artista riacquista una tranquillità lavorativa e inizia un nuovo periodo di ricerca conosciuto come la Neometafisica, durante il quale dipinge opere sulla meditazione e la rielaborazione di soggetti della sua pittura e arte grafica degli anni Dieci, Venti e Trenta. Soggetti come Il Manichino, Il Trovatore, Gli Archeologi, I Gladiatori, I Bagni misteriosi e Il Sole sul cavalletto sono reinterpretati sotto una nuova luce, con colori accesi e atmosfere più serene rispetto a quelle severe e cupe della prima Metafisica, pervase da una strana sensazione d’inquietudine. È con grande poesia che imposta nuove combinazioni dei soggetti all’interno delle sue più famose innovazioni spaziali come la Piazza d’Italia e gli Interni Metafisici, abitate nuovamente dai personaggi mitologici come Minerva e Mercurio.
Nel 1970 a Palazzo Reale di Milano, si svolge un’importante antologica dell’artista. Nel 1971 Claudio Bruni Sakraischik inizia a pubblicare il Catalogo Generale di Giorgio de Chirico. L’anno successivo ha luogo la mostra De Chirico by de Chirico al New York Cultural Center con 182 opere della collezione del Maestro, tra dipinti, disegni, sculture e litografie. De Chirico si reca a New York per l’occasione. Nel 1973 realizza la Fontana dei Bagni misteriosi per la XV Triennale di Milano nel parco Sempione. Lo stesso anno fa un viaggio in Grecia durante il quale viene realizzato il documentario Il mistero dell’infinito per la RAI. Nel novembre del 1974, viene insignito del titolo di Accademico di Francia.
Il 20 novembre 1978 Giorgio de Chirico si spegne a Roma all’età di 90 anni e dal 1992 le sue spoglie riposano presso la chiesa di San Francesco a Ripa in Trastevere.
(estratto dal sito ufficiale dell'artista: https://fondazionedechirico.org/)
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....e in fondo una spiaggia, 1940
cm 24,2x18,4, Acquerello su carta riportata su cartone
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...ecco scorse una forma piccola, 1940
cm 24,2x18,4, Acquerello su carta riportata su cartone
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Rabbrividì gridando: Oro?, 1940
cm 24,2x18,4, Acquerello su carta riportata su cartone
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Ve lo stese tutto e Garcia subito s'addormentò, 1940
cm 24,2x18,4, Acquerello su carta riportata su cartone
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Villa Adriana a Tivoli, 1948
cm 21x31, Inchiostro e carboncino su carta
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Arciere con cavallo, 1972
cm 70x50, Incisione a vernice molle e acquatinta a 4 colori