Bueno Xavier
(Spagna, 1915 - Italia 1979)
- Tra i grandi maestri del ‘900 italiano
- Visibilità internazionale
- Ha esposto in prestigiosi spazi pubblici in Italia e all'estero
- Presente in collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali
- Recensito da autorevoli critici e storici dell’arte
Xavier Bueno nasce a Vera de Bidasoa, in Spagna, il 16 gennaio 1915. Nel 1925 la famiglia si stabilisce a Ginevra, cinque anni più tardi Xavier è già iscritto all’Accademia di Belle Arti, manifestando un precoce talento. Dopo un ritorno con la madre in Spagna, a Madrid, frequenta l’Accademia di S. Fernando e segue un corso di pittura tenuto da Vazquez Diaz.
Nel 1937 si trasferisce a Parigi e presenta le sue opere, caratterizzate da una forte impronta di realismo "spagnolo", al "Salon des Tuileries", al "Salon d'Automne", al "Salon des Indépendants" e al "Salon d'Art Mural"; inoltre espone al Padiglione Spagnolo della Mostra Universale di New York. I suoi principali modelli sono gli autori classici spagnoli, come Velazquez, Murillo, Zurbaràn e Goya, e la sua pittura si contraddistingue per un impegno sociale e talora politico. Nel 1938 Xavier viene raggiunto a Parigi dal fratello Antonio, di tre anni più giovane e anch’egli definitivamente votato alla pittura. Da questo momento, e per un periodo della durata di circa dieci anni, tra i due si instaura un sodalizio totale, artistico e materiale.
Nel gennaio del 1940 si trasferisce in Italia insieme al fratello Antonio e alla madre Hannah. Quello che avrebbe dovuto essere solo un soggiorno temporaneo - il classico voyage in Italie che ogni artista europeo desidera compiere - si trasforma per loro in un’esperienza di vita definitiva e totalizzante, perché a Firenze trascorrono il resto della loro vita.
Nel 1947 insieme ad Antonio Bueno e a Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian fondano il gruppo dei "Pittori Moderni della Realtà" il cui manifesto propone un’osservazione “oggettiva” del vero, della natura e la sua riproduzione il più possibile fedele ed ha intenti esplicitamente polemici nei confronti della critica del tempo post-impressionista. Alla fine degli anni Quaranta, in concomitanza con la crisi del gruppo, i rapporti fra Xavier e il fratello Antonio cominciano a mutare, dopo anni di percorso comune. Le cause sono da ricercarsi nella progressiva diversificazione delle loro rispettive personalità artistiche; si tratta tuttavia di un dissenso più stilistico-concettuale che non umano-personale.
Tappa fondamentale nella carriera di Xavier è il viaggio in Brasile del 1954: l’artista torna da questa esperienza pieno di entusiasmo e con una serie di chine i cui principali protagonisti sono bambini, ragazzi, braccianti. Da questo momento la tematica dell’infanzia diviene sempre più ricorrente, un po’ per volta i personaggi verranno raffigurati immobili, in una sorta di nebbia irreale, priva persino di profondità, di rigore prospettico, nella quale essi emergono come evocati.
Tra il 1959 e il 1964 Xavier crea il ciclo dei "Bambini", immagini sofferenti e malinconiche opere simboliche di un'umanità avvilita ed oppressa, che l'artista presenta alla rassegna "España libre".
Per quanto riguarda la tecnica, l’evoluzione e la ricerca condotta all’indomani del viaggio in Brasile lo conducono verso un ulteriore ispessimento della materia, addensata dall’aggiunta della sabbia alla vernice; inoltre il ricorso al collage, già frequentissimo nelle nature morte, diventa cospicuo anche in ambito figurativo-ritrattistico. La materia dei suo quadri è ormai tale per cui non si sa se sia ancora pertinente parlare di pittura, tanto che si ricorre spesso alla definizione di “affresco su tela”.
Xavier si spenge improvvisamente nella notte del 17 luglio 1979 nella sua casa, a Fiesole.
(Estratto da: https://www.associazionebueno.it)